Parco Nazionale SILA
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Longobucco è uno dei principali comuni aderenti al Parco Nazionale della Sila.

Il Parco Nazionale della Sila è stato istituito con D.P.R. 14/11/2002 (Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.ro 63 del 17/03/2003) e contemporaneamente è stato istituito l'Ente di gestione. Ricomprende i territori già ricadenti nello "storico" Parco Nazionale della Calabria (1968); tutela aree di rilevante interesse ambientale, in Sila Piccola, Sila Grande e Sila Greca, per complessivi 73.695 ettari , in 21 Comuni, 6 Comunità Montane e 3 provincie della Regione Calabria.

Tra i comuni della provincia di COSENZA ricadono nel Parco: Acri, Aprigliano, Bocchigliero, Celico, Corigliano Calabro, Longobucco, Pedace, San Giovanni in Fiore, Serra Pedace, Spezzano della Sila e Spezzano Piccolo; nella provincia di CATANZARO: Albi, Magisano, Petronà, Sersale, Taverna e Zagarise; nella provincia di Crotone: Cotronei, Mesoraca, Petilia Policastro e Savelli.

Nel Parco si trova l'ambiente ideale per effettuare escursioni a piedi, in mountain-bike, a cavallo, per praticare orienteering, birdwatching, biowatching, fotografia naturalistica, sci alpino, sci di fondo, gite in barca a vela od in canoa ed altro.

Ambiti territoriali si presentono come “foreste selvagge ed intatte”, trascurati dai moderni processi di sviluppo, dove è possibile riscontrare risorse naturalistiche conservate nella loro sostanziale integrità. I rilievi più alti sono il monte Botte Donato (mt.1928), in Sila Grande, ed il monte Gariglione (mt.1764) in Sila Piccola.

Insenature impenetrabili nelle "Gole del Trionto"-Longobucco

Da visitare sono i tre Centri Visite , tre veri e propri Centri di eccellenza; uno sul lago Cecita, in località "Cupone" in comune di Spezzano Sila, l'altro in località "Monaco" in comune di Taverna e limitrofo al Villaggio Mancuso, il terzo in località "Buturo-Casa Giulia" in comune di Albi.

Nel Parco sono presenti le più significative specie di fiori del comprensorio silano che con le splendide fioriture, principalmente primaverili ed estive, integrano il verde dei pascoli e dei boschi circostanti realizzando una piacevole e rilassante suggestione paesaggistica ed evidenziando l'enorme importanza naturalistica complessiva. In primavera i primi fiori che appaiono sono gli zafferani, i nontiscordardime, le primule, i ciclamini ed una variopinta moltitudine di viole

I lunghi prati nella località “Vadde e casu”- Longobucco

Immensi prati di ginestra a Monte Altare-Longobucco

FUNGHI

Nel periodo che va Settembre a Novembre, numerose zone del Parco diventano meta di coloro che per passione o svago si dedicano alla raccolta di funghi.

 

Nel territorio del Parco la raccolta dei funghi è fatta salva per come disciplinato dalla normativa regionale, L.R. 26 novembre 2001, n° 30 " Norme per la regolamentazione della raccolta e commercializzazione dei funghi spontanei epigei freschi e conservati ".

 

Tra i funghi commestibili più diffusi nel Parco, conosciuti e ricercati dalle popolazioni locali, ricordiamo il lattaio delizioso, in gergo detto rosito o pinuculu , il boleto o porcino molto apprezzato e che cresce in simbiosi sia con alberi di latifoglie che di aghifoglie.

Piniculi (rositi) alla griglia

Comunissimo nelle pinete, in gruppi abbastanza numerosi, è anche il boleto luteo localmente chiamato vavusu. Molto conosciute e ricercate sono le mazze di tamburo o pinnedde, gadduzzi, le spugnole dette trippicedde.
 
Ricercato ma non molto diffuso è l' ovulo, mentre conosciute e raccolte solo da alcune comunità sono il prataiolo ed il chiodino.

FAUNA

Tra i mammiferi un posto di primaria importanza è rivestito dal lupo (Canis lupus) .

 
La presenza del lupo è stata valutata in alcune decine di esemplari e, accertate le cause del decremento di popolazione avutosi negli anni 70-80, si stanno impostando i piani di riqualificazione ambientale per ricostituire i vari anelli della catena alimentare e stabilizzare così le presenze faunistiche.
 

Il lupo è stato sempre oggetto di caccia da parte dei pastori a causa dei danni che provoca al bestiame domestico. Gli assalti alle mandrie ed ai greggi sono motivati, nel corso di questo secolo, dalla progressiva scomparsa delle principali prede selvatiche del carnivoro: il cervo ed il capriolo.

 

Per ristabilire l'equilibrio naturale e diminuire il rischio di contatto tra il lupo ed il bestiame domestico, quindi, indirettamente con l'uomo, la direzione del Parco avviò negli anni '70, anche un progetto di ripopolamento del capriolo e nel 1989 di reimmissione del cervo nelle aree silane.

 

Il cinghiale è particolarmente numeroso nella zona meridionale del parco dove trova l'habitat preferito per la propria sopravvivenza.

 

Nel Parco Nazionale della Sila troviamo anche la presenza del gatto selvatico, il tasso, la volpe, la faina, la puzzola, la donnola e la martora.

 

Lo scoiattolo presente nel parco, ed in generale nell'Italia meridionale è diverso da quello conosciuto nel resto d'Italia e d'Europa. Presenta un caratteristico manto nero con il ventre ed il petto bianco e le dimensioni del corpo e della coda maggiori rispetto agli altri scoiattoli. Nel dialetto locale è conosciuto come "zaccarella" o “zaccanedda" per la sua vivacità.

 

Altri roditori presenti nel parco sono il ghiro, il quercino, il moscardino, topi selvatici e toporagni ed il driomio. Quest'ultimo è estremamente raro e diffuso esclusivamente in alcune zone della Sila Grande, dell'Aspromonte e del Pollino.

 

Tra gli uccelli troviamo il picchio nero che è una delle specie di maggior interesse faunistico nel Parco. Altre specie tipiche sono il torcicollo, il picchio muratore, il rampichino, l'astore, lo sparviere, il falco pellegrino.

 
Di notte il Parco si popola di gufi , allocchi e civette che trovano facili prede nella ricca fauna del sottobosco.
 

Tra i pesci primeggia la trota .

 

Tra i rettili ricordiamo la salamandra e la salamandra pezzata che normalmente ha una colorazione dorsale scura ma in Calabria viene riscontrata con un fenotipo più chiaro, l'ululone dal ventre giallo.

 

Fra i rettili è rilevante la presenza della vipera comune con tre fenotipi, a dorso grigiastro, a dorso scuro e ventre chiaro, e quello completamente nero. È l'unico rettile del Parco il cui morso può essere pericoloso per l'uomo. Altri rettili sono: il ramarro, il saettone occhirossi, il biacco ed il colubro liscio.

 

Altro rettile comune nel Parco è la biscia dal collare (Natrix natrix ). Ha abitudini acquatiche, dal livello del mare sino a 1800m.